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RICOSTRUZIONE MAMMARIA

La ricostruzione mammaria dopo mastectomia per cancro è, in chirurgia plastica ricostruttiva uno degli ambiti più importanti, nobili e apprezzati dalle pazienti. Una ricostruzione mammaria può essere di grande supporto psicologico per la paziente in una fase dura della sua vita. Il dr Boriani è profondamente attento ai bisogni di questa tipologia molto particolare e delicata di pazienti. Talvolta la ricostruzione è possibile già simultaneamente alla mastectomia, in modo che le pazienti si risvegliano dopo la chirurgia con una neo-mammella, limitando di molto il vissuto interiormente negativo ddeterminato dal tumore e dalla menomazione dell’integrità fisica della paziente.
Le nuove strategie chirurgiche permettono di ricreare una nuova mammella che si approssima al risultato di una mammella naturale.
La ricostruzione mammaria non è una iter banale e comprende molte opzioni possibili per decidere il tipo di procedura più indicata. La visita è un libero colloquio tra medico e paziente e riguarda prima di tutto una profonda analisi dei desideri, delle paure e delle aspettative di una paziente in una fase delicata della propria vita, oltre ovviamente alla tecnica chirurgica. Questo consente alla paziente di valutare con serenità quale sia l’iter chirurgico più adatto in base al caso particolare, in modo da confezionare un trattamento chirurgico “su misura”.
La ricostruzione non ha interferisce con la patologia tumorale e i suoi trattamenti chemio o radioterapici.

Quasi tutte le pazienti che hanno subito una mastectomia sono candidabili alla ricostruzione mammaria e molte possono perfino ottenerla in concomitanza dell’intervento demolitivo; è fondamentale che la patologia tumorale sia stata risolta dal chirurgo senologo.

Tra i rischi più comuni delle procedure di ricostruzione mammaria vi sono gli ematomi, i sieromi, le cicatrici sporgenti. Le fumatrici devono sapere che la nicotina può rallentare la guarigione, favorire cicatrici ipertrofiche e prolungare la degenza. Raramente le complicanze sono così severe da determinare la necessità di un ulteriore intervento chirurgico.
Se si impiega una protesi può insorgere un’infezione che se si verifica compare normalmente nelle prime settimane e può comportare un eventuale estrazione dell’impianto, (reinseribile più avanti). La più temibile complicanza delle protesi è la contrattura capsulare, cioè un irrigidimento del tessuto fibroso che si crea intorno all’impianto, fino quasi a strangolarlo. Il trattamento può includere l’incisione chirurgica o l’asportazione di questo tessuto fibrotico e la sostituzione della protesi.

Il tipo di anestesia
La prima ed essenzial procedura della ricostruzione mammaria, si esegue in anestesia generale. Gli eventuali ritocchi spesso si eseguono in anestesia locale.

Le protesi
Si impiegano nella maggior parte dei casi protesi mammarie contenenti gel di silicone, inmodo simile alla chirurgia estetica. Ad oggi tutti gli studi scientifici su pazienti con impianti protesici hanno mostrato che il gel di silicone contenuto nelle protesi non favorisce eventuali insorgenze di recidive, altri tumori o patologie autoimmuni.
L’iter chirurgico più classico prevede l’espansione della pelle residua nella regione mammaria, seguita dal successivo impianto di una protesi definitiva, con un ulteriore intervento chirurgico. Dopo la mastectomia il chirurgo plastico inserisce una protesi vuota (espansore mammario) sotto il piano muscolare. In seguito, ambulatorialmente il chirurgo procede al progressivo graduale riempimento dell’espansore con acqua sterile, tramite una piccola valvola sottocutanea che viene bucata con un sottilissimo ago, e si prosegue così fino all’ottenimento del volume desiderato nell’arco di qualche mese. A quel punto l’espansore viene sostituito chirurgicamente dalla protesi definitiva. Il capezzolo e l’areola vengono ricostruiti in un tempo successivo.

Ricostruzione con lembi muscolo-cutanei
Altre tecniche ricostruttive prevedono l’uso di tessuti cutanei e sottocutanei o anche muscolari della paziente ottenuti da altre regioni corporee.
In certi casi si impiegano tessuti che restano in connessione con la loro sede originaria e vengono fatti passare sotto la cute fino alla sede mammaria, permettendo così al chirurgo di scolpire una neo mammella, a volte anche senza impianti protesici.
In altri casi si prelevano tessuto cutaneo ed adiposo disconnettendoli del tutto dalla loro sede originaria e ricostruendo anche la continuità dei vasi sanguigni per garantire la vitalità del lembo trasferito.
Questi tipi di chirurgia sono più complessi di quella basata su protesi ed espansori mammari.
Nelle ricostruzioni con lembi ovviamente residuano cicatrici non solo in sede mammaria ma anche nella zona di prelievo del tessuto cutaneo (dorso o addome in genere), inoltre il ricovero è più lungo.
Tuttavia il risultato è spesso migliore rispetto alla ricostruzione con protesi mammaria e la mammella appare molto più naturale.

Ritocchi a distanza
La ricostruzione mammaria spesso prevede rimodellamenti ulteriori a distanza di tempo anche se il primo intervento è sempre il più impegnativo. A volte si consiglia anche anche la riduzione o il riposizonamento della mammella sana per simmetrizzare i due lati.

Post operatorio

Il ricovero dura da 2 a 8 giorni in base al tipo di intervento chirurgico, e molto spesso viene posizionato un drenaggio per raccogliere possibili raccolte di sangue o siero. Il drenaggio viene rimosso al massimo entro sette giorni dall’intervento. La maggior parte dei punti è riassorbibile oppure viene rimossa entro 10-15 giorni dall’intervento.
Nelle procedure chirurgiche più complicate è possono essere necessarie anche 6 settimane per un ritorno ad una completa normalità di vita, mentre nelle ricostruzioni con protesi il tempo è in genere più breve.
Le cicatrici possono necessitare anche di due anni per maturare completamente e, in ogni caso, non spariscono mai del tutto.
Di rado la simmetria è perfetta, ma si ottiene un miglioramento rispetto al risultato di una mastectomia, con un ripristino morfologico che restituisce alla paziente una normale vita di relazione ed una diminuzione del disagio psicofisico da cancro e successiva amputazione di un organo così importante nel cosmo femminile.

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FILIPPO BORIANI

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